SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA: PERCHE’ E COME?

20 Ottobre 2021

Il Vangelo ci parla dell’obolo della vedova, all’ingresso del tempio:

“Gesù osservava come la folla gettava monete nel tesoro (del tempio). E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.  Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere” (Marco 12,41-44).

Gesù dunque loda la vedova, perchè contribuisce con “due spiccioli, cioè un quattrino” alle spese del tempio-Casa di Dio.

Gesù guarda soprattutto al cuore e con quale spirito si dona, quando si contribuisce alle spese della Casa di Dio.

Ma chiediamoci: Perchè e come contribuire alle necessità economiche della Chiesa Cattolica?

1. Tutti sappiamo bene che, durante il rito dell’offertorio della S. Messa, avviene il passaggio del cestino per la raccolta delle offerte, la questua.

Siamo chiamati ad aggiungere, in particolare nel sacrificio della Messa, l’apporto materiale-economico al nostro apporto spirituale.

Per questo il rito di offertorio è stato chiamato anche ufficio della carità, come raccomandava San Paolo quando esortava ciascuno a mettere da parte, nel giorno del Signore, il primo della settimana, quello che può per le necessità dei poveri (cfr 1Cor 16, 2). E come anche san Giustino invitava quelli che potevano a offrire qualcosa per le necessità dei poveri della comunità.

Quindi l’offertorio diventa il rito della carità. E il canto che accompagna il gesto sottolinea questa dimensione, evidenziando come questo debba essere: “Dove è carità sincera – Ub caritas est vera”.

La nostra offerta in denaro diventa pertanto anche il segno dell’offerta della nostra vita che diventa un «sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente».

Il  denaro  così  donato  è  il  segno   materiale  dell’offerta   che  facciamo di noi stessi, della nostra vita, delle nostre azioni… al Signore.

2) Inoltre abbiamo iniziato, nel mese di ottobre 2021, l’anno sinodale: sinodale è anche aiutarci a vicenda, soccorrendo alle necessità economiche dei fratelli e della Chiesa-Casa di Dio e Casa della famiglia dei battezzati: ognuno secondo le proprie possibilità e capacità.

3) L’offerta – aiuto economico di ciascuno, donato alla Chiesa è un mezzo (non un fine) che ci aiuta a prendere coscienza che la chiesa-edificio è anche casa nostra, di cui ci prendiamo cura come della nostra casa dove abitiamo.

E nella Chiesa-edificio, noi cristiani ci raccogliamo per celebrare i Santi Sacramenti, per approfondire  e motivare sempre di più la nostra fede mediante la catechesi, per incontrare e aiutare i bisognosi…

4) Si veda anche il 5 precetto: “Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 432).

5) Inoltre il contribuire economicamente alle necessità economiche della Chiesa-Casa di Dio-Casa nostra è anche un modo per rispettare sia le generazioni di fedeli che hanno costruite le nostre belle chiese nei secoli scorsi, sia anche le generazioni future, che le frequenteranno, finchè Dio vorrà.

Le nostre chiese sono anche una particolare e stupenda testimonianza del patrimonio culturale-architettonico-artistico-religioso del nostro popolo.

6) Abbiamo anche la possibilità, quando facciamo l’annuale dichiarazione dei redditi, di firmare la scheda dell’8 per mille nel riquadro riservato alla Chiesa Cattolica e nel riquadro posto in fondo alla scheda stessa.

La firma della suddetta scheda non ci costa nulla: serve per indicare all’Agenzia delle Entrate come deve essere assegnata la quota dell’8 per mille delle imposte, già versate da ogni contribuente.

Come impiega la Chiesa i fondi dell’8 per mille?

           Con i fondi ricevuti annualmente, le varie Diocesi realizzano numerosi interventi, tra i quali i più significativi sono:

  • sostegno alla Caritas Diocesana (dormitorio dei senza dimora, erogazione di contributi a famiglie in difficoltà e a singoli indigenti per il pagamento dei canoni d’affitto, di utenze…);
  • sostegno alla mensa diocesana quotidiana;
  • contributi alle Parrocchie per le esigenze pastorali;
  • manutenzione degli edifici di culto per conservare questo nostro patrimonio di fede e cultura;
  • sostentamento dei Sacerdoti diocesani;
  • realizzazione di varie iniziative a favore dei diversamente abili, dei ragazzi, dei giovani, degli anziani;
  • interventi di solidarietà effettuati in occasione delle calamità naturali (terremoti, alluvioni, carestie, ecc.) che danneggiano periodicamente il territorio italiano e di altri Paesi…

 

E sappiamo bene anche che, se siamo generosi con la Casa del Signore come la vedova del Vangelo,  il Signore poi non si fa vincere in generosità!

Afferma Papa Francesco:

“Dio moltiplica la gioia di chi dona. Questo ci fa pensare anche a quell’altra vedova, quella del profeta Elia, che stava per fare una focaccia con l’ultima farina che aveva e l’ultimo olio; Elia le dice: “Dammi da mangiare” e lei dà; e la farina non diminuirà mai, un miracolo (cfr 1 Re 17,9-16).

Il Signore sempre, davanti alla generosità della gente, va oltre, è più generoso” (Angelus, 7 novembre 2021).  

 

(Si veda anche in internet: “La presentazione dei doni all’Offertorio”: catechesi di Papa Francesco del 02 03 2018; e l’udienza del mercoledì 21-8-2019)

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