Nipote del card. Domenico Grimani, nacque a Venezia intorno al 1489 da nobile famiglia veneziana. Il Moroni scrive che nel 1508 da Giulio II (1503-13) fu fatto vescovo di Ceneda e da Leone X (1513-21) fu nominato patriarca di Aquileia con il titolo di patriarca di Costantinopoli. Clemente VII (1523-34) nel 1527 in pectore lo elesse cardinale e lo rese noto nel 1528, dandogli prima il titolo di cardinal prete di S. Vitale e poi quello di S. Maria in Trastevere. Ebbe in amministrazione la chiesa di Concordia e Paolo III (1534-49) gli dette quella di Pons di Tomiers. Di questo cardinale il Moroni non dice che fu vescovo di Frascati. Anche l’Orioli tace sul periodo 1541-43, che lascia vuoto, mentre il duca di York, il Grandi e il Razza sostengono che dal 1541 al 1543 la sede di Frascati fosse occupata dal Grimani. Il cronista incognito lo pone sotto Paolo III, ma senza precisare gli anni. Fu uomo dottissimo e di straordinaria eloquenza. Era stato nel 1535 legato a Perugia infestata dai Baglioni ed aveva saputo quietare tutta la zona. Nel 1541, il 13 marzo optò per la sede suburbicaria tuscolana e nel 1543 passò a quella di Porto. L’Enciclopedia Cattolica riporta che il passaggio alla chiesa di Porto avvenne nel 1544. Come quasi tutti i cardinali di Frascati, delegò le funzioni pastoralizie al suo vicario generale. Riteneva più dilettevole, benché fosse molto religioso, fare il turista. Nel 1544 fu legato a Parma e Piacenza. Partecipò a varie commissioni per la riforma degli officiali dello Stato Pontificio e al conclave, in cui fu eletto Paolo III. Fu protettore di letterati, e di artisti. Assolse lodevolmente tutti gli incarichi che gli furono affidati, tra i quali quello di legato del Papa per la pace tra Francesco I e Carlo V. Alcuni sostengono che morì ad Orvieto nel 1545, altri affermano, invece che morì a Roma nel 1546. L ‘Oldoino lo pone nell’anno 1523.