
“Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza”
Christus vivit, 1-2
Questo l’inizio della Christus vivit, l’Esortazione apostolica che Papa Francesco ha voluto indirizzare ai giovani al termine del Sinodo a loro dedicato. Un messaggio “pasquale”, fondato sulla Resurrezione di Cristo, segno di un rapporto continuo, schietto, diretto e gioioso cresciuto nei dodici anni di pontificato nei tanti incontri che il Papa ha avuto con loro e che hanno visto il coinvolgimento anche di molti dei nostri giovani delle diocesi di Frascati e di Velletri-Segni. Proprio ad alcuni dei “nostri” giovani abbiamo voluto chiedere un pensiero o un ricordo da donare a tutti per esprimere il loro grazie dopo l’ultimo saluto al Santo Padre.
- “È bello per noi essere qui”. Queste sono le parole che l’apostolo Pietro rivolge al Maestro Gesù sul monte, nell’episodio evangelico della Trasfigurazione. Le stesse parole che ci hai ripetuto commentando proprio quel passo del Vangelo, durante la veglia della Giornata Mondiale della Gioventù, la sera del 5 agosto 2023, a Lisbona: “è bello essere qui”. Sono le parole che penso esprimano al meglio il mio sentimento nei tuoi confronti, caro Santo Padre, e forse non solo il mio, ma quello di un’intera generazione che era lì ad ascoltarti. È stato bello per noi essere lì quella sera, è stato bello per noi essere qui in questi 12 anni in cui ci hai guidato, in cui mi hai guidato, da quando ero un ragazzino pre adolescente ad oggi. Grazie Francesco, grazie di tutto. È stato bello per noi essere qui, con te. Arrivederci
Marco
- La morte del Papa mi ha lasciato un momentaneo senso di vuoto: una figura che con il suo carisma e la sua fede era una certezza per tutti se n’è andato e trovarne una figura con una simile personalità risulta molto difficile. Ricordo ancora di quelle due volte che ho partecipato all’Angelus dal vivo, in cui ho compreso a pieno lo spirito umano del pontefice che va oltre la fede e riempie i cuori di ciascun credente. Una lezione che sicuramente ci ha lasciato è quella di rimanere umili sempre, anche nei momenti più alti della propria vita: molte sono le scelte a livello materiale che ha compiuto in cui ha messo al primo posto un tratto importante della religione cristiana e che lo hanno caratterizzato in positivo.
Giacomo
- Papa Francesco è stata una guida molto importante per tutti noi, una guida che parlava di pace, di amore per gli ultimi e per i poveri. È sempre stato legato ai noi giovani in modo speciale e pieno d’amore, lo stesso Amore di cui parlava. Nonostante sia venuto a mancare, la sua presenza è più viva che mai. Ognuno di noi porta in cuor suo uno dei preziosi messaggi del Papa, e questo legame che abbiamo con lui si estende a tutti noi, creando un’importante rete , una speciale Chiesa.
Francesco
- Quando ho visto Papa Francesco affacciarsi per la prima volta dalla balconata, la primissima cosa che ho pensato è stata: “Ha una faccia simpatica!” E non mi sbagliavo. In tutti questi anni è riuscito a costruire un legame con noi giovani usando parole semplici ma profonde, gesti veri e uno sguardo che sa leggere il cuore. È stato come un nonno buono che ti accompagna senza giudicare, che ti incoraggia a non avere paura di sbagliare e a rialzarti sempre. Attraverso i suoi sorrisi, i suoi silenzi carichi di significato, e il suo modo di essere vicino anche nelle situazioni più difficili, ci ha insegnato che la fede è prima di tutto incontro, abbraccio, misericordia. Anche se oggi non possiamo più vederlo tra noi, il suo sguardo e il suo affetto continuano a vivere nei nostri cuori, facendoci sentire che non siamo soli.
Laura
- Un nonno. Lo ricordo così. Dolce e dalla battuta spontanea, pronto a sorridere al primo sguardo e a donare consigli preziosi. Un nonno ricco di esperienza, con qualche perla saggia da regalarti per avvicinarti a Dio e ricordati che Lui è sempre con noi. Nonostante non lo abbia vissuto, la sua figura era sempre presente nella mia vita, da qualche notizia in tv, parlando con i miei, da qualche evento a Roma a cui sono stata… Di certo l’esperienza che ha impresso la sua voce nel mio cuore è stata sicuramente la GMG del 2023, quando il mio di nonno lo avevo perso da pochi mesi. Con lui anche il silenzio valeva più di mille parole, stesso silenzio che portavo dentro da mesi e che è stato spezzato da un “non temere” del Papa. Due milioni di giovani, eppure, quelle parole le ho sentite proprio per me. Scoraggiamento, dolori, fatiche, ma quella frase come pronunciata da Gesù nel mio cuore, mi ha risvegliato da quel torpore di insicurezza e tristezza. L’allegria è missionaria, dobbiamo splendere della luce di Dio che ci permette di non rimanere caduti, e di guardare a chi, pur caduto, può essere aiutato a rialzarsi.
Veronica
- Papa Francesco era un Papa sempre disponibile, nonostante le sue condizioni di salute è stato con i fedeli fino alla fine. Era aperto a tutti, anche a chi era rifiutato dagli altri, come i carcerati. Era un messaggero di pace. A volte non sembrava un Papa ma il sacerdote del piccolo paese vicino ai membri della parrocchia.
Tommaso
- Quando è stato eletto papa Francesco io non avevo ancora compiuto tredici anni ed ero in seconda media. Posso dire, quindi, che mi ha accompagnato spiritualmente in alcuni dei passaggi più importanti della mia vita vissuta finora, gli esami di terza media, la cresima, la maturità, la laurea, la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, il periodo dei primi servizi in parrocchia e poi per la Diocesi che ho rappresentato alla Settimana Sociale di Trieste del 2024. Quello che mi ha colpito dalla mia adolescenza, seppur il mio non sempre costante cammino di fede, è sempre stata la semplicità del suo linguaggio, l’entusiasmo con cui ha portato avanti il suo ministero, la fiducia per i giovani che ho percepito nei suoi discorsi in Portogallo nel 2023. A quest’età, in cui si è ancora di fronte a delle scelte di vita da fare, in cui ci si avvicina pian piano alla vita adulta, molte sono le preoccupazioni, a volte di sentirsi inadeguati, di sbagliare, la paura di fare una scelta sbagliata. E proprio su questo, mi porterò sempre nel cuore il suo incoraggiamento a rialzarsi dopo una caduta, che nella vita non è importante non cadere, ma non rimanere caduti. A tendere la mano a chi ho vicino: “L’unico modo, l’unica situazione in cui è lecito guardare una persona dall’alto in basso è… ditelo voi…, forte: per aiutarla ad alzarsi.”, che Dio ama ciascuno di noi così come siamo. Porterò sempre con me un altro episodio. Alla preghiera per l’Immacolata dell’8 dicembre 2013 ero a Piazza di Spagna. Papa Francesco stava per passare per i saluti ed ero in fondo alla piazza, dei signori videro che non ero altissimo e non avrei mai visto il papa, quindi mi fecero spazio per andare in prima fila. Quella fu la prima volta che lo vidi da vicino e, anche se non lo feci in quel momento, forse, vorrei ringraziarle ora queste persone che mi fecero incontrare per la prima volta quest’uomo straordinario. Nella mia camera tengo una sua frase, ricevuta dopo un’attività di Azione Cattolica: “Cari giovani, non sotterrate i talenti, i doni che Dio vi ha dato! Non abbiate paura di sognare cose grandi!”. Grazie Papa Francesco!
Alessio
- “Levantate”, “Alzati”! : questa la parola che mi è risuonata dentro al cuore ripensando a Papa Francesco, e soprattutto l’energia con cui la condivise con tutti i giovani del mondo alla Gmg del 2023. Con la sua semplicità e umanità ci ha fatto capire come sia normale cadere nonostante le buone intenzioni che si possano avere, ma non per questo si è finiti o sconfitti definitivamente. “L’importante non restare caduti” ecco ciò che conta, e in un mondo che fa di tutto per affaticarci, metterci sempre a confronto dovendosi mostrare sempre felici, sentirsi dire che è normale essere stanchi è la cosa più bella che un giovane possa sentirsi dire, ricordandoci però di non essere mai soli avendo Dio nel cuore. Grazie, Grazie, Grazie. Perché agli occhi di noi giovani sei stato come un nonno che sa volerci bene, vedere il mondo dalla nostra prospettiva e consigliarci. E proprio grazie alla sua semplicità mi sento nel cuore di dirgli:”Ti voglio bene!”
Francesco
- Quando è stato eletto Papa Francesco ero molto piccola; ricordo con grande piacere il momento in cui ho visto la fumata bianca in tv, era tutto così nuovo. Ricordo le giornate passate a Roma per incontrarlo e la gioia di essere lì, insieme, per ascoltare le sue parole; ricordo l’emozione, la forza e l’amore che dentro di noi è riuscito a suscitare durante il discorso della veglia nella Giornata della gioventù a Lisbona. Per me Papa Francesco è stato simbolo di un inizio importante. Un uomo semplice, spontaneo, che è riuscito a riportare l’attenzione verso i poveri e gli esclusi, coloro che venivano dimenticati, verso il perdono e la pace: fondamenti della fede Cristiana ma soprattutto valori che dovrebbero essere priorità dell’”essere umano”. Ci teneva a ricordare di essere un “uomo” prima di essere un “papa”, e ,secondo me, proprio grazie a questa sua umiltà è riuscito a fare breccia nel cuore delle persone.
Giulia
- Papa Francesco ci insegna che bisogna essere diligenti e pieni di spirito anche se le cose non vanno sempre bene, perché con Gesù tutto è possibile.
Cesare
- Papa Francesco ci insegna sempre ad aiutare il prossimo e non abbandonare mai le nostre speranze perché nella vita tutto è possibile
Nicolò
- Da una piazza San Pietro stranamente cupa e silenziosa, mentre attendo l’inizio della Liturgia funebre, ho modo di riflettere sul ruolo di Papa Francesco nella mia vita personale. Mi rendo contro che Francesco è stato un’importante guida per me durante questi ultimi 13 anni. Lo ricordo non solamente per un mero fatto anagrafico – avevo appena 12 anni alla sua elezione -, ma anche per la sua capacità per accompagnarmi nella mia maturazione personale, di studio, di fede. Ancora adolescente, leggevo nella mia cameretta le sue encicliche. Cura dell’ambiente, attenzione agli ultimi, amore per i migranti, cessazione dei conflitti: tematiche che ricorrevano nelle pagine che sfogliavo. Con gli anni, le parole scritte si sono fatte discorsi vivi, pronunciati dalla viva voce del Papa. Ascoltato in svariate occasioni grazie ad Azione Cattolica, applaudito durante la 50ma Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, incontrato personalmente in occasione di un Seminario internazionale per la fine del conflitto in Palestina, Francesco ha forgiato in maniera indelebile vari aspetti del mio carattere, ha radicato in me credenze, valori, modi di vivere la fede, la parrocchia, l’associazione. Quelle encicliche sono diventate una bussola per ciò che sono ora e la persona che sarò fra qualche anno. Perché come amava dire ai giovani di AC, “siate credenti, responsabili e credibili”. Grazie per la tua capacità di parlare a tutti!
Damiano
- In una contemporaneità in cui si tende a considerare i giovani come una massa informe accomunata solo da una mediocre mentalità, papa Francesco ha sempre saputo ascoltarli spronando a fare altrettanto sia all’interno della Chiesa, che fuori. Ha sempre guardato e ammirato la loro spontaneità, arricchita dall’ingenuità proprie della giovinezza. Papa Francesco si è configurato come un modello per i più piccoli, senza mai pontificare ma semplicemente esercitando una innata gentilezza, una straordinaria propensione all’ascolto e all’accoglienza; non si è mai tirato indietro di fronte alle responsabilità proprie del suo incarico, esponendosi in un mondo così turbolento e a tratti incomprensibile, mostrandosi fragile nella sua ora più lunga e difficile della malattia. Papa Francesco ha saputo avvicinarsi agli altri tramite la forza della sua religiosità, e l’allegria condita alla sua umanità. Quella stessa umanità che nella giornata dei suoi funerali, in piazza San Pietro, lo ha ripagato vedendo la numerosissima partecipazione dei suoi fedeli, e soprattutto di quella – mai scontata – dei suoi amati giovani. Loro sono stati e saranno le gambe sulle quali le parole di Francesco – mai retoriche – continueranno a camminare.
Carlotta
- Noi giovani di AC siamo andate a Roma presso la Basilica di San Pietro per l’ultimo saluto al Santo Padre e grande pastore con il cuore colmo di tristezza, ma sappiamo che ora è nella pace del Signore. Il suo magistero e la sua eredità non andranno perduti. Abbiamo sperimentato la fatica dell’attesa. Abbiamo avuto modo di socializzare con gli scout e i pellegrini del giubileo degli adolescenti. Davanti a Papa Francesco abbiamo percepito la fragilità umana e la sofferenza che ne consegue. Nonostante i pellegrini fossero molti, siamo riuscite ad avere un piccolo momento di preghiera collettiva. Infatti mentre facevamo la fila, recitavamo il Santo rosario.
Simonetta, Giorgia, Miriam