FEDERICO TEDESCHINI (1951-1959)

10 Maggio 2010

Nacque ad Antrodoco (RI) il 12 ottobre 1873. Entrò nel seminario diocesano a 11 anni e vi rimase cinque anni, per passare poi al Seminario Pontificio Romano e, dopo un anno, al Seminario Pio. Qui restò fino al 1900. Si laureò in filosofia, teologia, diritto canonico e civile con ottime valutazioni. Frequentò poi, sempre ottenendo ottimi risultati, l’Istituto di alta letteratura, fondato da Leone XIII (1878-1903). Da mons. Rinaldi, vescovo di Montefiascone, fu ordinato sacerdote il 15 luglio 1896, ed il giorno seguente celebrò la sua prima messa ad Antrodoco. Vinse il concorso per teologo della cattedrale di Rieti nel 1898 ed ebbe l’autorizzazione a risiedere in Roma, all’Apollinare, per completare i suoi studi. Mons. Volpini, nel 1900, lo chiamò in Vaticano e, da Leone XIII (1878-1903), ebbe l’affidamento di uno studio particolare che portò a termine con successo. In seguito fu nominato minutante della Segnatura di Stato alle dipendenze di mons. Della Chiesa, che apprezzò moltissimo le sue doti di latinista insigne. Sotto Pio X (1903-1914) il Tedeschini fu nominato Cancelliere dei Brevi apostolici, al quale egli dette un nuovo ordinamento che è quello attuale. Nominato Papa il Della Chiesa e segretario di Stato il cardinal Ferrato, il Tedeschini fu nominato Sostituto della Segreteria di Stato. Durante la «Grande Guerra» diresse con grande umanità e pietà l’ufficio dei prigionieri e delle vittime della guerra. Come assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana dette ai dirigenti consiglio, comprensione, conforto ed incoraggiamento per un maggior impulso verso l’apostolato cattolico. Fu collaboratore di Benedetto XV (1914-1922), nella preparazione remota della Conciliazione fra Stato e Chiesa. Nel 1922 il Tedeschini fu nominato nunzio apostolico a Madrid. In questa attività fu instancabile, visitando tutta la regione e propugnando ovunque il bene religioso e la Santa missione della Chiesa. La sua opera venne riconosciuta sia dalla monarchia, che dalla repubblica di Spagna. Basta dire che lo stesso ministro degli esteri repubblicano ebbe a dirgli: – Lei ha evitato l’inevitabile; se lei fosse partito, noi non avremmo mai saputo dove saremmo arrivati -. Quando ricevette la nomina a cardinale, nel 1933, il governo repubblicano spagnolo lo insignì della Gran Croce di Isabella la cattolica. Prese parte alla soluzione della questione riguardante la Terra Santa e per speciale mandato della Santa Sede, nel 1929, operò la visita apostolica nella Catalogna. Fu il fondatore dell’Azione Cattolica spagnola. Per questa sua attività l’episcopato, nel maggio 1930, gli tributò a Madrid un omaggio di affetto e gratitudine. Benché lontano, non dimenticò il suo paese natio. Richiamò ad Antrodoco le Figlie di S. Anna, alle quali affidò oltre l’asilo anche l’assistenza ai poveri e ai malati. Donò la villa settecentesca detta Menticcia alla Congregazione spagnola dei Figli del Cuore Immacolato di Maria del Beato Claret, per farvi svolgere dai padri un’azione morale e religiosa verso gli abitanti di Antrodoco. Nel 1938 il cardinal Tedeschini venne nominato alla Dataria e, nello stesso anno, anche protettore della Società Antischiavistica. Fra gli altri protettorati affidatigli ebbe cari quello della Pia Società di S. Giovanni per la diffusione del Santo Vangelo e quello del Santuario di Montallegro, ove si recava ogni anno e ove volle concludere le celebrazioni del IV centenario dell’apparizione della Vergine. Molte città gli concessero la cittadinanza onoraria. Nel 1938 partecipò alla manifestazione mariana per l’arrivo della Madonna di Fatima. Nel 1939 Pio XII (1939-58) lo nominò arciprete della Basilica Vaticana. Nel 1946 celebrò il suo 50° di sacerdozio e il 25° di Episcopato. Nel 1951 fu eletto vescovo suburbicario di Frascati. Fu legato papale a latere in occasione delle grandiose celebrazioni di Fatima. Nel 1953 fu legato del Papa al Congresso Eucaristico internazionale di Barcellona. Fu legato papale nel Perù e, nel 1955, presiedette le solenni celebrazioni a Malta. Nonostante ciò egli non dimenticò mai la sua diocesi e vi fu pastore pio e zelante. Non mancò mai alle celebrazioni nelle borgate anche se per lui faticose; si adoperò per l’ospedale che, per suo merito, fu dotato di modernissima e ben attrezzata sede; incrementò l’Accademia Tuscolana; cercò di far risorgere il Seminario distrutto, ne benedisse la prima pietra e, il 5-10-1958, lo fece riaprire. Alla fine di giugno 1957 il card. Tedeschini, sul sagrato della cattedrale, consacrò la città di Frascati e tutta la Diocesi Tuscolana al S. Cuore di Gesù. Erano presenti le autorità sociali, politiche, civiche e religiose. La stessa benevolenza ricevuta da Pio XII (1939-58), la ebbe anche da Giovanni XXIII (1958-63), che si recò a visitarlo il 9-9-1958 nella clinica ove il cardinale era degente. Potè essere presente all’inaugurazione della nuova grande chiesa a S. Giovanni Rotondo, ove potè incoronare Maria Santissima delle Grazie. Morì il 2 febbraio 1959 nel palazzo della Dataria in Roma. Il suo fac-totum fu S.E. mons. Biagio Budelacci, vescovo ausiliare della diocesi tuscolana. In verità, senza togliere meriti a nessuno, molte realizzazioni furono curate da questo modesto e santo vescovo

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