“Credi tu questo? Credete voi questo?” (Gv 11, 26).
Nella Cattedrale di San Pietro Apostolo in Frascati risuonano le domande di Gesù dal Vangelo di Giovanni.
Rimangono sospese nell’aria, interrogano i molti fedeli presenti e rappresentanti di diverse confessioni cristiane.
Intorno a queste domande si è articolata la celebrazione ecumenica interdiocesana nella giornata di ieri, 25 gennaio 2025, al termine della Settimana dell’Unità dei Cristiani. Oltre al vescovo di Frascati e di Velletri-Segni Stefano Russo, hanno preso parte esponenti della Chiesa ortodossa romena – rappresentata da Padre Cristian Țuțuroi, Parroco a Monte Compatri-Pantano, e Padre Ovidiu Szasz, Parroco a Rocca di Papa – della Chiesa siro-ortodossa – con Mervat Kelli di Rocca di Papa (Centro Dialogo ecumenico MdF) – della Chiesa evangelica luterana – grazie alla presenza di Heike Vesper di Rocca di Papa (Centro Dialogo ecumenico MdF) – e dell’ Unione delle Chiese evangeliche metodiste e valdesi – nella figura di Elvira Migliaccio di Velletri (Centro Ecumene).
Alla vigilia della Domenica della Parole di Dio, la celebrazione ecumenica è avvenuta nella consapevolezza che l’Ascolto tra le diverse confessioni, della Parola del Signore e delle testimonianze di fede genera unità, crescita, dialogo e speranza nel futuro dell’ecumenismo. Ecumenismo che nel giorno conclusivo della 58esima settimana dell’Unità dei Cristiani, vuole ricordare un suo anniversario importante.
«1700 anni fa, i cristiani si confrontarono su temi di fede, affrontando difficoltà e disorientamento. Da questo confronto, talora anche acceso, è tuttavia scaturita la possibilità di proclamare insieme la loro fede con le parole espresse nel Credo niceno. Oggi, qui riuniti come comunità di cristiani, siamo radunati da culture e confessioni diverse per celebrare la nostra fede comune. Cristo è in mezzo a noi». Il Vescovo Stefano fa riferimento, con queste parole, alla primavera del 325 d. C., quando si tenne il Concilio di Nicea, il primo concilio ecumenico cristiano convocato e presieduto dall’imperatore Costantino, avvenuto ben 1700 anni fa. Partecipò un gran numero di vescovi provenienti da più parti dell’impero e tra le varie decisioni prese in quell’occasione ci fu quella sulla scelta della data della Pasqua cristiana.
Proprio sulla Pasqua cristiana si è notata la volontà di trovare una giornata comune tra le varie confessioni. Si diceva a Frascati nelle stesse ore in cui anche Papa Francesco, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, annunciava che «la Chiesa cattolica è disposta ad accettare una data comune per la Pasqua», notando come «provvidenzialmente, quest’anno, la Pasqua sarà celebrata nello stesso giorno nei calendari gregoriano e giuliano, proprio durante questo anniversario ecumenico».
A conclusione del rito ecumenico, si è acceso un segno tangibile dell’unità dei cristiani: la Luce di Cristo si è propagata tra i fedeli grazie alle candele distribuite a tutti i presenti. Luce che ha accompagnato la professione del Credo niceno-costantinopolitano.
Non solo 1700 anni dal Concilio di Nicea. Nel 2025 ricorre anche il Millenario di consacrazione della Chiesa abbaziale in Grottaferrata. A celebrazione di questa importante ricorrenza, si è voluto sugellare la settimana d’unità dei cristiani con la celebrazione della liturgia bizantina – presieduta dall’Egumeno Rev.mo Padre Francesco De Feo – e la preghiera all’icona della Vergine Maria Panagia Odigitria, esposta in Cattedrale per l’occasione.
In chiusura, a margine della preghiera alla Santissima Madre di Dio di Grottaferrata e contestualmente alla benedizione, l’assemblea ha ascoltato la preghiera conclusiva della Comunità monastica di Bose. Parole che portano all’ “invio in missione” del Popolo di Dio, avendo nell’anima la domanda iniziale di Giovanni – «Credi tu questo?» – e le parole della Seconda Lettura che fanno da eco: «Voi non avete visto Gesù Cristo, eppure lo amate; ancora non lo vedete, eppure credete in Lui» (1Pt 1, 8).
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