Nacque a Ferrara nel 1615 (l’Enc. Catt. scrive 1614) da nobile famiglia ferrarese. Fin da giovane dimostrò intelligenza, talento e perizia negli affari. Venuto a Roma, si dedicò alle scienze e a 18 anni si laureò in filosofia e teologia. Iniziò la sua carriera come Referendario di Signatura, nel 1639. Sempre nel 1639, da Urbano VIII (1623-44), fu promosso nunzio apostolico alla corte d’Inghilterra, ove, avendo promosso una campagna contro la setta dei Puritani, rischiò la morte. Si salvò fuggendo travestito nel palazzo della regina. Fu inviato come nunzio straordinario a Colonia, nel 1642, e legato di Urbano VIII al Congresso di pace di Müster, nel 1643. Nello stesso anno gli venne affidata la sede vescovile di Faenza, ove, durante la sua permanenza, tenne otto sinodi diocesani. Dallo stesso Urbano VIII, il 13 luglio 1643, venne creato cardinale dell’ordine di S. Cesareo a soli 29 anni (il Moroni scrive a 28). Assolse con perizia, dignità e umanità molti incarichi e da tutti fu riconosciuto come uomo probo. Trasferitosi nella sua Chiesa, si dette alla riforma del clero e del popolo, visitando città e diocesi. Celebrò nove sinodi e ne fece stampare i decreti. Ordinò la spiegazione delle scritture nelle feste, corsi di teologia morale per i preti; aprì ospedali e Monti di Pietà. Nel 1676 gli venne affidata la sede di Frascati, che tenne fino all’8-1-1680, data in cui optò per la chiesa di Porto. Nel 1681 si ammalò e volle tornare a Faenza, sua prima sede vescovile, ove morì lo stesso anno 1681, proprio l’8 gennaio. Giulio Cesare Tandussi, autore di una storia su Faenza, in un’ode dedicata al card. Rossetti, ne tesse elogi e pregi. L’Oldoino lo mette nell’anno 1623