ODOARDO O EDOARDO FARNESE (1624-1626)

Nacque a Roma nel 1574 da famiglia parmense. Figlio di Maria, principessa del Portogallo e di Alessandro duca di Parma e Piacenza. Per dedicarsi interamente alla vita religiosa, rinunciò al ducato in favore del fratello cadetto Ranuccio. Il 6 marzo 1591, Gregorio XIV (1590-91) lo creò cardinale diacono di S. Eustacchio e abate di Grottaferrata. Divenne vescovo della Sabina nel maggio 1621, e nel 1624, optò per il vescovato di Frascati. Questo cardinale operò in maniera egregia per dare decoro al servizio della chiesa cattedrale della città. Portò i chierici da 4 a 10, scegliendoli tra i più indigenti, intelligenti e onesti. Dovevano essere educati alla pietà, istruiti in grammatica, musica ecc. Fissò delle regole per il piccolo seminario e vestì a sue spese, i chierici con vesti talari. Volle che la chiesa di S. Maria in Vivario restasse parrocchia, in quanto le anime erano arrivate a 3.000 con 675 famiglie e i fedeli che si accostavano alla S. Comunione erano all’incirca 1.800. Dotò la chiesa cattedrale di altre reliquie, tra cui quella di S. Filippo Neri. Celebrò il 2° Sinodo Diocesano nel novembre del 1624. Durante tutta la sua vita fu generoso con i poveri e munifico con gli artisti. Aveva avuto i protettorati di Aragona, Portogallo, Inghilterra. Per 20 anni fu Legato del Patrimonio. Morì il 21 febbraio 1626 a Parma ove si era recato per partecipare ai funerali di suo fratello Ranuccio e per occuparsi degli affari di famiglia. Fu trasportato a Roma e sepolto nella chiesa del Gesù, di fronte all’altare maggiore. In favore di questa chiesa aveva speso 100.000 scudi per aggiungervi un caseggiato ampio che servisse per i Gesuiti e per costruire in chiesa un monumento a S. Bellarmino. Sul pavimento si nota la seguente iscrizione:
ODOARDO. S.R.E. CARDINALI. FARNESIO. EPISCOPO. TUSCULANO. ALEXANDRI. PARMAE. ET PLACENTIAE. DUCIS. ET. PRINCIPIS. MARIAE. LUSITANAE FILIO.
Nel mese di settembre 1624 fece la sua visita pastorale, la nona in ordine cronologico. Oltre alle notizie già date in precedenza e riguardanti l’organico della nuova cattedrale, fa conoscere che la stessa non è stata ancora consacrata in quanto mancano le reliquie e che i padri della congregazione di S. Maria in Vallicella hanno donato quelle di S. Filippo Neri, traslate con solenne processione ed autenticate da padre Francesco Zazzara. Il parroco insegna dottrina ai giovani la domenica. Intanto nella vecchia cattedrale si continuano a fare i battesimi e le comunioni. Si spostano le confraternite alla nuova cattedrale. Funziona il conservatorio per le fanciulle povere da educare alla moralità cristiana e alle arti femminili. Ai 300 scudi di contributo dalla Comunità vanno aggiunti i ricavati dalla vendita dei lavori fatti. L’orfanotrofio di S. Gregorio continua a vivere con le elemosine. I ludi magistrati per l’educazione dei ragazzi ricevono annualmente 200 scudi. Le chiese già enumerate in precedenza esistono e vengono amministrate sempre dai già detti in passato ordini religiosi. Si debbono aggiungere le Clarisse per S. Flavia Domitilla. L’ospedale sempre sotto la direzione della confraternita del Gonfalone con un reddito di 25 scudi. Per gli altri paesi nulla di nuovo, ad eccezione degli aumenti normali di famiglie e di anime. Monteporzio è uno di quelli che ha avuto un aumento più consistente: è arrivato a 620 anime. Ha mandato predicatori per la quaresima, l’avvento e le feste annuali. Denuncia la mancanza della sede del vescovo, ma ha provveduto la Curia di una cancelleria. Grande benefattore dei Gesuiti. Biasotti-Tomassetti e archivio cattedrale, datano la sua permanenza a vescovo tuscolano dal 1623 al 1626. L‘Oldoino ne parla all’anno 1590