La famiglia è messinese, ma di origine marchigiana. Giovanni nacque a Caldirola nel 1548. Tramite il cardinal Felice Peretti ebbe un canonicato in Santa Maria ad Martires della Chiesa della Rotonda. Il Peretti, eletto Papa con il nome di Sisto V (1585-90), lo nominò suo segretario dei Memoriali, Datario e, a soli 29 anni, nel 1587, vescovo di Cosenza. Il 18 dicembre 1587 lo elesse cardinale prete dell’ordine di S. Maria in Merulana. In seguito lo nominò arciprete della basilica Vaticana e presidente della fabbrica di S. Pietro, incarico quest’ultimo, molto delicato dato i grandi lavori per l’erezione della monumentale facciata del Maderno e gli affidò anche altri delicati incarichi. Fu protettore del Tasso. Fondò un collegio per dodici teologi dando loro benefici e dignità. In Cosenza istituì un seminario con rendite e presso l’Episcopio fece costruire un portico per il ricovero dei poveri. In Caldirola eresse la Collegiata di S. Martino con rendite ed il monastero di S. Caterina con doti per le zitelle povere. Sotto Paolo V (1605-21), nel 1611, optò per la sede vescovile di Frascati e nel 1620 passò a quella di Porto. Da considerare che l’incarico di prefetto della fabbrica di S. Pietro in Roma, fu una vera manna per Frascati, in quanto permise di acquistare materiali di prima scelta a prezzi stracciati e nello stesso tempo di giovarsi dell’opera dei migliori artisti onde portare a termine la cattedrale di Frascati. Dono preziosissimo di questo cardinale fu la pala dell’altare maggiore della nuova cattedrale, scolpita da Pompeo Ferrucci, fiorentino, e posta in opera il 19-4-1613, dedicata a S. Pietro apostolo. In essa si nota Gesù che consegna le chiavi a Pietro. Durante il suo vescovato, la nuova cattedrale, che era anche l’unica chiesa parrocchiale, contava 620 famiglie, per un totale di 2.800 anime. Il 12-5-1612, Paolo V celebrò un solenne pontificale nella nuova cattedrale assistito dai card. Cenci, Mellini e Pallotta. Il 14 ottobre 1612 sull’altare maggiore furono benedette dal Pallotta tre campane, due maggiori, fabbricate con denaro pubblico e una minore a spese della Comunità. Il Pallotta corredò l’altare maggiore di una balaustrata, di un coro di noce intagliato, un pulpito di noce con il suo stemma al centro; un crocefisso, un genuflessoio di noce davanti alla cappella del S.mo Sacramento. Il pavimento della chiesa cattedrale proveniva dalla stessa ditta fornitrice di quello della basilica Vaticana. Nel 1613 consacrò la chiesa di Capocroce, della quale, il 28-5-1612, egli stesso aveva benedetto la prima pietra. Il 25-5-1614 il cardinale con solenne rito consacrò la chiesa dei Frati minori, i Riformati, intitolata all’Immacolata Concezione. Una lapide posta sulla destra dell’altare maggiore ne fa testimonianza. Il Grandi sostiene che fu l’Evangelista Pallotta a costruire la vela «Pallotta» lungo la strada per Colonna. Il Mergé è di avviso contrario e sostiene che fu Giovanni Pallotta, cardinale di Frascati, a costruirla tra il 1666 e il 1668. Le ragioni saranno esposte quando si verrà a parlare di questo cardinale. Il cardinale Evangelista, il 9-10-1612, benedì le due campane: di S. Anna e S. Maria, la grande e di S. Bonaventura, la piccola, destinata alla chiesa volgarmente detta dei Frati. L’icona della S.ma Vergine, dipinta su legno, prima di essere esposta sull’altare maggiore venne portata processionalmente lungo le vie di Frascati. Il Pallotta fece anche una visita pastorale in data non ben definita dal 1611 al 1620. Il Razza ritiene che sia del 1611. Per Frascati, comunica alla Congregazione del Concilio che le anime sono 2.800, le famiglie 620, i comunicati 170. Riferisce che la cattedrale è ancora la Madonna del Vivaro, che la rendita dell’arciprete è di 100 scudi annui, il reddito dei 6 canonici è di scudi 50 annui ciascuno, quello dei tre beneficiati è di 25 scudi annui ciascuno e che l’ultimo dei tre è stato costituito con un lascito del Seg. Giovanni De Rubeis, che ci sono 6 chierici che vestono violaceo ed hanno la tonsura. Gli arredi sacri sono sufficienti e l’organo viene suonato nei giorni festivi. Parla della chiesa nuova di S. Pietro e fa conoscere che il coro ha una rendita di 575 scudi annui. I conventi sono quelli già scritti nelle altre precedenti relazioni con l’aggiunta dei Redenzionisti nella chiesa della Madonna delle Grazie e dei Teatini in quella di Capocroce. In seguito ad un lascito di Tarquinia Battaglini si sta procedendo alla costruzione di un convento femminile dedicato a S. Flavia Domitilla. Esiste un Pio Istituto con lo scopo di allevare ed istruire le fanciulle povere. Le confraternite sono quelle già denunciate, l’ospedale quello solito, come pure il Monte di Pietà, con 60 anni di esercizio e 100 scudi di capitale. Rocca di Papa: famiglie 236, anime 1250, comunicati 730, jus di Filippo Colonna; chiesa parrocchiale, parroco e fonte battesimale; le reliquie riconosciute autentiche dal cardinale sono state esposte in adorazione; solito convento e Confraternita. Rocca Priora: famiglie 135, anime 615, comunicati 350; sotto la giurisdizione della R.C.A.; anche qui riconoscimento dell’autenticità delle reliquie poste, poi, all’adorazione dei fedeli; il resto è noto dalle precedenti. Montecompatri: famiglie 210, anime 900, comunicati 560; nulla di nuovo rispetto alle precedenti visite. Monteporzio: famiglie 90, anime 430, comunicati 240; anche qui nulla di nuovo. Colonna: famiglie 50, anime 150, comunicati 100; nulla di nuovo; giurisdizione Marzio Colonna. Il cardinale lamenta mancanza di Seminario e del palazzo episcopale. Ha mandato predicatori per la quaresima e l’avvento. Morì il 2 agosto 1620. Sebbene esteriormente austero, fu pio, affabile, umano buono e di candidi costumi. L’Oldoino ne parla all’anno 1585.