
Il cammino sinodale delle Chiese In Italia, giunto nella cosiddetta “fase profetica”, si avvia verso l’importante tappa della II Assemblea Sinodale Nazionale – che si svolgerà a Roma dal 31 marzo al 3 aprile- in cui i delegati dalle diocesi lavoreranno sulle scelte pastorali possibili da affidare al discernimento dei vescovi.
Tra le convergenze pastorali scaturite dalle assemblee sinodali delle diocesi di Frascati e di Velletri- Segni è emersa con forza la necessità di un maggior protagonismo dei giovani nella Chiesa, non più semplicemente destinatari di una proposta, ma soggetti attivi nella vita ecclesiale.
Qui di seguito la testimonianza di Francesco Salerno, giovane universitario impegnato in diverse realtà ecclesiali, che in questo cammino sinodale ha vissuto l’esperienza di membro della Commissione Sinodale diocesana e facilitatore nei Tavoli Sinodali.
“Unità”.
Questa la prima parola che mi sorge in mente in maniera spontanea pensando al cammino sinodale che abbiamo e stiamo tutt’ora cercando di percorrere nella nostra Diocesi e come Chiesa in Italia.
Quando mi è stato chiesto di partecipare come rappresentante dei giovani nella Commissione Sinodale Diocesana è stata per me una vera e propria “Chiamata”.
In quel periodo stavo affrontando per la prima volta tante situazioni non facili in alcuni dei diversi ambienti ecclesiali che frequento: la parrocchia e l’oratorio, la Pastorale Giovanile diocesana e l’Azione cattolica… e oltre alla bellezza del vivere questi diversi carismi e modi di fare, sono nate le prime difficoltà nel riuscire a mettere insieme tutte queste realtà che fanno parte della mia vita.
Ho sentito quindi forte la necessità di investire parte del mio tempo per questo cammino, che vede alla base la voglia e lo scopo di trovare una strada comune, non con l’intento di attaccare un’etichetta e mostrare che si sta facendo qualcosa, ma con la profonda e radicata necessità di crescere insieme ad altre realtà e ad altri ambienti tra loro differenti.
Essere consapevoli di avere, in fin dei conti, tutti lo stesso obiettivo basato sulla fede profonda in Dio.
Ecco, credo che sia proprio questo quello che ci sta trasmettendo questo cammino, un qualcosa di molto semplice e che a volte può essere considerato così scontato da farci arrivare ad ostacolarci l’uno con l’altro, dimenticandosi che sono tutte attività, iniziative e proposte con un fine prezioso e speciale.
Il cammino sinodale ci ricorda proprio questo, la diversità può e dovrebbe essere vista come un’importante fonte di arricchimento per ogni persona ed ogni realtà, considerandola come opportunità di dono reciproco.
Fare questa esperienza sia nella Commissione Sinodale, sia come facilitatore durante le varie assemblee diocesane, è stato personalmente un grande percorso di crescita che ha maturato ancor di più in me il senso forte della responsabilità che posso avere in quanto giovane e che ha ciascuno di noi in quanto Chiesa.
È stato reso possibile grazie alla profonda accoglienza di tutti gli adulti che ho avuto al mio fianco.
Sono stati affrontati temi complessi, spigolosi, la cui risoluzione appariva forse inattuabile, ma ho capito che con la voglia di sporcarsi le mani, presente in ogni altra figura che ho avuto accanto, è possibile proseguire questo cammino con Amore e Speranza verso questa Unità.
Essa infatti, a volte, può sembrare così lontana, tanto da scoraggiarci, eppure è stata riaccesa in me la certezza che è un bene fondamentale e raggiungibile con la collaborazione e il sentimento di corresponsabilità nella cura dell’altro che c’è dentro ognuno di noi.
Ciò che, infine, desidero e spero è che la voglia di continuare questo percorso INSIEME come comunità di comunità non si spenga mai, ma anzi, si infuochi giorno dopo giorno per riscoprirne la bellezza e la grande gioia a cui può portare.
Francesco Salerno*
*Membro della Commissione Sinodale della diocesi di Frascati e facilitatore nei Tavoli Sinodali