la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica:
continuità nello sviluppo
Papa Francesco ha ribadito che «oggigiorno la pena di morte è inammissibile, per quanto grave sia stato il delitto del condannato». La pena di morte, quali che siano le modalità dell’esecuzione, «implica un trattamento crudele, disumano e degradante». Va inoltre rifiutata «a motivo della difettosa selettività del sistema penale e di fronte alla possibilità dell’errore giudiziario» (PAPA FRANCESCO, Lettera al Presidente della Commissione internazionale contro la pena di morte, 20 marzo 2015).
È in questa luce che Papa Francesco ha chiesto una revisione della formulazione del Catechismo della Chiesa Cattolica sulla pena di morte.
Ed ecco la nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica, approvata da Papa Francesco, e pubblicata il 1 agosto 2018:
N. 2267. Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorità, dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravità di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune.
Oggi è sempre più viva la consapevolezza che la dignità della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi. Inoltre, si è diffusa una nuova comprensione del senso delle sanzioni penali da parte dello Stato. Infine, sono stati messi a punto sistemi di detenzione più efficaci, che garantiscono la doverosa difesa dei cittadini, ma, allo stesso tempo, non tolgono al reo in modo definitivo la possibilità di redimersi.
Pertanto la Chiesa insegna, alla luce del Vangelo, che «la pena di morte è inammissibile perché attenta all’inviolabilità e dignità della persona»(PAPA FRANCESCO, Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, 11 ottobre 2017), e si impegna con determinazione per la sua abolizione in tutto il mondo.
La nuova redazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica, approvata da Papa Francesco, si situa in continuità con il Magistero precedente, portando avanti uno sviluppo coerente della dottrina cattolica. Il nuovo testo, seguendo le orme dell’insegnamento di Giovanni Paolo II in Evangelium vitae, afferma che la soppressione della vita di un criminale come punizione per un delitto è inammissibile perché attenta alla dignità della persona, dignità che non viene perduta neanche dopo aver commesso dei crimini gravissimi. A questa conclusione si arriva anche tenendo conto della nuova comprensione delle sanzioni penali applicate dallo Stato moderno, che devono orientarsi innanzitutto alla riabilitazione e reintegrazione sociale del criminale. Infine, visto che la società odierna possiede sistemi di detenzione più efficaci, la pena di morte risulta non necessaria come protezione della vita di persone innocenti. Certamente, resta in piedi il dovere della pubblica autorità di difendere la vita dei cittadini, come è stato sempre insegnato dal Magistero e come conferma il Catechismo della Chiesa Cattolica nei numeri 2265 e 2266.
Tutto questo mostra che la nuova formulazione del n. 2267 del Catechismo esprime un autentico sviluppo della dottrina, che non è in contraddizione con gli insegnamenti anteriori del Magistero. Questi, infatti, possono spiegarsi alla luce della responsabilità primaria dell’autorità pubblica di tutelare il bene comune, in un contesto sociale in cui le sanzioni penali si comprendevano diversamente e avvenivano in un ambiente in cui era più difficile garantire che il criminale non potesse reiterare il suo crimine.
Nella nuova redazione si aggiunge che la consapevolezza sulla inammissibilità della pena di morte è cresciuta «alla luce del Vangelo» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 4). Il Vangelo, infatti, aiuta a comprendere meglio l’ordine creaturale che il Figlio di Dio ha assunto, purificato e portato a pienezza. Ci invita anche alla misericordia e alla pazienza del Signore che dà a ciascuno il tempo per convertirsi.
La nuova formulazione del n. 2267 del Catechismo della Chiesa Cattolica vuole costituire una spinta a un deciso impegno, anche attraverso un rispettoso dialogo con le autorità politiche, affinché sia favorita una mentalità che riconosca la dignità di ogni vita umana e vengano create le condizioni che consentono di eliminare oggi l’istituto giuridico della pena di morte laddove è ancora in vigore.