GIOVANNI CAGLIERO (1920-1926)

Nacque a Castelnuovo l’11 gennaio 1838. Nel 1850, nel suo paese natio, incontrò, a Natale, don Bosco. Volle seguirlo nelle opere d’apostolato. Nel 1851 entrò nell’oratorio di Torino e progredì rapidamente negli studi. Fu un appassionato studioso di musica, tanto che ci restano alcune operette come lo Spazzacamino, l’Esule, il Marinaio, che fino a qualche anno fa venivano ancora eseguite nei teatri Salesiani. Nel 1862, fu ordinato sacerdote e svolse il suo ministero a fianco di don Bosco. Nel 1875, da Genova con il primo drappello salesiano, partì missionario in Argentina, ove lavorò a Buenos Aires, nel popolare quartiere «Boca», tra gli emigrati italiani. Nel 1879 i Salesiani, tra i quali il Cagliero, penetrarono nella Patagonia. Operò così santamente tra gli Indios che ancora oggi è ricordato come «l’apostolo e il civilizzatore», di quella terra. Il famoso cacico Manuel Namuncurà, detto «El rey de las Pampas», che con tutta la famiglia si convertì al cattolicesimo, gli affidò il suo figliolo CEFERINO. Fu tanto fruttuoso il suo lavoro, che Leone XIII (1878-1903), nel 1884, al rientro in Italia, lo nominò primo vicario, con il titolo di vescovo di Mogiolo. Aveva portato con sé il figlio del Cacico che sistemò nel convitto di Villa Sora a Frascati. Questo giovane all’età di 19 anni, mentre si preparava al sacerdozio, morì e fu sepolto nella tomba dei salesiani nel cimitero di Frascati. Nel 1885 lasciò la direzione spirituale della Pia Società Salesiana e partì per nuova destinazione. Divenne l’apostolo sollecito di condurre anime a Cristo. Sotto il suo governo furono amministrati 47.000 battesimi di cui 15.000 ad indigeni. Nel 1904, Pio X (1903-14) lo nominò visitatore apostolico per Bobbio, Piacenza, Savona, Tortona, promuovendolo arcivescovo di Sebaste. Nel 1909, lo inviò come delegato apostolico a Costanza, Nicaragua e Honduras. Per la sua opera si accattivò le simpatie di quelle popolazioni e il compiacimento della Santa Sede. Benedetto XV (1914-22), nel 1915, lo creò cardinale con il titolo di S. Bernardo alle Terme. Fu così il primo cardinale Salesiano. Lavorò per la chiesa e promosse e prese parte a molte manifestazioni religiose in varie parti d’Italia. Nel 1920, resasi vacante la sede suburbicaria di Frascati, optò per questa. Promosse e organizzò nella diocesi l’azione cattolica, che si sviluppò a macchia d’olio specie tra i giovani. Riaprì il seminario tuscolano, anche se per pochi anni e per il solo ginnasio, che si frequentava allora a Villa Sora, affidandone la direzione a don Giuseppe Picco. Nel 1921 nominò mons. Silvio De Angelis, arciprete della cattedrale, e vicario generale della Diocesi. Nel 1923 celebrò, nella cattedrale, il 1° Congresso Eucaristico e fu nominato dal Papa suo legato. La riuscita del congresso fu stupenda e terminò con una imponente processione eucaristica, alla quale presero parte il clero diocesano, i religiosi, i vari circoli giovanili parrocchiali e gli esploratori di Capocroce. Ormai quasi ottantenne, nel 1924, indisse la visita pastorale ed evidentemente, dalle relazioni ottenute, ricavò quella penosa o profonda impressione circa le condizioni disagiate di parrocchie e sacerdoti, tanto che nell’ultimo anno della sua vita fu indotto a vendere parecchie proprietà ecclesiastiche per aiutare il seminario e i sacerdoti. Il 22 marzo 1925 guidò a Roma un folto pellegrinaggio diocesano in occasione dell’anno Santo. Il Papa, nel salutarlo disse:- Benedica il Signore e renda ognora feconda di meriti l’opera sua di bene in mezzo al suo gregge. Pur nella sua tarda età la conservi a voi sempre nel rigoglio di questa sua primavera di azione, di fervore e di pensiero. Noi spesso pensiamo a Frascati e diremo che, quando nelle quotidiane passeggiate in giardino, al nostro occhio, candida e bella, nella verdeggiante collina, si presenta la vostra Frascati, il nostro cuore non può fare a meno di inviarle una benedizione accompagnata dalla più santa comunione di spirito.- Durante l’ultimo periodo del suo cardinalato, data la tarda età, era quasi sempre a Roma. Ma non per questo scemava il suo amore pastorale per i suoi figli. Morì a Roma il 28 febbraio 1926, all’età di 88 anni.