ANTONIO CIOCCHI (1523-1523)

Il Moroni, il Grandi e l’Enciclopedia Cattolica lo fanno nativo di Monte S. Savino, diocesi di Arezzo, per cui è chiamato anche Antonio del Monte. L’anno di nascita secondo l’Enc. Catt. è il 1461. Il duca di York lo fa della Sabina. Studiò legge e divenne un profondo conoscitore del diritto. Fu uditore di Rota e uditore di camera. In questo ufficio fu integerrimo, giudicò con serenità e giustizia e decise in una causa, che gli era stata raccomandata dal Papa, con onestà, tanto da emettere una sentenza sfavorevole al Papa. Il pontefice si inquietò e Antonio pensò bene di ritirarsi a Napoli. Ma quando il Papa smaltì l’ira, riconobbe il torto e lodò il Ciocchi. Fu nominato vescovo di Città di Castello da Giulio II (1503-13) nel 1503, di Siponto nel 1506 e poi di Pavia, di Novano e di Sorrento. Dopo quella sentenza, nel 1511 il Papa lo creò cardinale prete di S. Vitale e gli assegnò la sede di Albano. Indusse Giulio II a celebrare il Concilio Lateranense V. Nel 1517 Leone X (1513-21), gli assegnò l’amministrazione della chiesa di Novara e Cividale. Nel 1523 passò alla sede di Frascati per poi optare subito per quella di Palestrina, poi per la chiesa di Sabina ed infine per quella di Porto. Nel 1528 Clemente VII (1523-34) gli affidò l’amministrazione della chiesa di Alatri, poi di Rimini e quella di Cajazzo. Durante l’assenza di Clemente VII fu vicario di Roma. Morì a Roma il 20-9-1533 e fu sepolto in S. Pietro in Montorio. L’Oldoino ne parla nel volume del 1503.